La Storia della Lega Nord



Nel 1979 il futuro leader del Carroccio è uno studente in medicina all'università di Pavia. Un giorno, mentre si trova in facoltà, incontra casualmente il segretario dell' Union Valdotaine il partito autonomista della Valle d'Aosta, Bruno Salvadori che lo coinvolge in una lunga discussione sul federalismo e autonomia. Alla fine Bossi promette di collaborare per la creazione di una rete di movimenti autonomisti dell'Italia settentrionale. Nel 1980 Bossi fonda il gruppo autonomista UNOLPA ( Unione Nord Occidentale Lombarda per l'Autonomia ) abbinato a un  piccolo giornale chiamato Nord Ovest. Purtroppo Bruno Salvadori muore in un incidente stradale, lasciando in eredità a Bossi alcune intuizioni fondamentali per l'affermazione del federalismo in Italia, prima fra tutte la necessita per il Nord di unire le forze contro lo Stato centralista. Nel 1982 Bossi realizza il giornale Lombardia Autonomista e fonda la Lega  Autonomista Lombarda. Sul primo numero del giornale ( marzo 1982 ) Bossi scrive : " il nostro fondamentale interesse comune è la liberazione della Lombardia dalla vorace e soffocante egemonia del centralista di Roma, attraverso l'autonomia lombarda nel più vasto contesto dell'autonomia padano-alpina".
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La nascita ufficiale della Lega Lombarda avviene in uno studio notarile il 12 aprile 1984 dove a firmare l'atto costitutivo si ritrovano Bossi, la futura moglie Manuela, Giuseppe Leoni e pochi altri amici della prima ora. Alle elezioni europee, nello stesso anno si presenta con una lista denominata "Unione per l'Europa Federalista", alleanza formata da Lega Lombarda, Liga Veneta, Movimento Piemont. Nel 1985 la Lega Lombarda entra per la prima volta con i propri rappresentanti nei Consigli comunali della provincia di Varese, e nel 1987 elegge un senatore, Umberto Bossi, ed un deputato, Giuseppe Leoni. Nel contempo Bossi continua ad impegnarsi per lo sviluppo di movimenti autonomisti in tutto il Nord, favorendo la nascita dell' Union Ligure, della Lega Emiliano - Romagnola e dell' Alleanza Toscana.

I movimenti autonomisti di Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia-Romagna, Liguria e Toscana alle elezioni europee nel 1989 si presentano uniti in una lista denominata Alleanza Nord, riuscendo ad entrare nel Parlamento Europeo con i deputati Francesco Speroni e Luigi Moretti.
Il 7 dicembre dello stesso anno si svolge il primo Congresso nazionale della Lega Lombarda dove Bossi viene eletto Segretario proponendo il “Progetto egemone”, una linea che punta tutto su un’organizzazione ferrea per evitare infiltrazioni, almeno fino a quando la Lega non sara' diventata tanto robusta da poter trattare coi partiti romani senza diventare come loro.Il 20 maggio 1990 si celebra il primo Giuramento di Pontida, dopo quello storico del 1167: sul grande prato si ritrovano in ottomila a giurare fedeltà al Movimento, “per diventare alfieri nella lotta per l’autonomia del popolo lombardo, veneto, piemontese, ligure, emiliano, romagnolo e toscano”.

Bossi decide che e' venuto il momento di dare una direzione precisa all’alleanza delle leghe e lancia il progetto della Repubblica del Nord: una ”eresia” che fa tremare i partiti romani e che Bossi utilizzerà ogni volta in cui sarà necessario far sentire la voce del Nord. Il 10 febbraio 1991 a Pieve Emanuele in provincia di Milano, con il primo Congresso Federale, nasce ufficialmente la Lega Nord, costituita dalla federazione fra Lega Lombarda, Liga Veneta, Piemont Autonomista, Uniun Ligure, Lega Emiliano-Romagnola, Alleanza Toscana. In seguito si uniranno anche le altre regioni del Nord: Trentino-Sudtirolo, Friuli-Venezia Giulia, Valle d’Aosta, Umbria e Marche. Bossi viene eletto Segretario Federale, mentre il veneto Franco Rocchetta è chiamato a ricoprire la carica di Presidente.

Il 16 giugno il Movimento festeggerà a Pontida dove il popolo padano partecipa numeroso con più di venticinquemila presenze. Alle elezioni politiche del 1992 la Lega Nord, dopo aver conquistato gran parte delle amministrazioni locali dell’Italia settentrionale, stravince conquistando un percentuale del 8,7% e passando da due ad ottanta parlamentari.
Nel 1993 la Lega vince nettamente le elezioni amministrative, conquistando tra l’altro anche l’amministrazione comunale di Milano. Il 6 Febbraio 1994 Bossi convoca il secondo Congresso Federale a Bologna, per spiegare ai suoi uomini che, di fronte al disorientamento che i partiti romani, cambiando nome, hanno creato fra la gente, e' necessario rimediare temporaneamente per mezzo di un’alleanza tattica con quella parte del vecchio sistema piu' disponibile al cambiamento.

Bossi propone di chiamare Polo delle Liberta' un’alleanza che veda la Lega come forza propulsiva, escludendo espressamente dal nuovo soggetto politico il MSI: “mai coi fascisti!”. Nel Polo entreranno Lega Nord, Forza Italia, il CCD ed i liberali. Berlusconi pero' organizza al sud, dove la Lega non e' presente e non puo' porre veti, un “Polo del buongoverno” insieme al MSI; una scorrettezza che costringe Bossi a polemizzare duramente con Forza Italia in piena campagna elettorale.
Si giunge quindi alle elezioni politiche di marzo: i due “poli” vincono le elezioni, la sinistra e' sconfitta e la Lega, con l’8,4% porta in Parlamento ben 180 parlamentari grazie ai meccanismi della nuova legge elettorale maggioritaria. Ma le contraddizioni esplodono subito: Berlusconi ha fretta di insediarsi al Governo, ma Bossi gli ricorda che il patto originario non prevedeva la presenza del MSI nella maggioranza, perche' si tratta di un partito troppo assistenzialista e centralista per andare d’accordo con la Lega. Di fronte alla minaccia di uno scioglimento immediato delle camere, la Lega è costretta ad entrare nel primo governo Berlusconi: Roberto Maroni è vice-presidente del Consiglio e Ministro degli Interni, mentre Speroni è Ministro delle Riforme e Giancarlo Pagliarini ottiene il dicastero del Bilancio. A Pontida Bossi mette subito le cose in chiaro: “ci ritroveremo fra sei mesi, e se non sara' cominciato il processo di cambiamento del paese allora il Nord se ne andrà verso la Repubblica del Nord”. Per dimostrare che non scherza, il leader del Carroccio dispone che i parlamentari Mario Borghezio ed Enzo Boso organizzino all’interno del Movimento una corrente indipendentista. Nonostante abbia collocato i suoi uomini in alcuni posti chiave dell’Esecutivo, Bossi si accorge che il sistema continua a resistere al cambiamento: la burocrazia è ostile, i lobbisti di Montecitorio cercano di corrompere in modo più o meno velato i parlamentari leghisti ed i partiti alleati non prendono per nulla in considerazione le richieste dei ministri del Carroccio, sventolando sondaggi che prevedono una rapida estinzione della Lega. Dopo innumerevoli polemiche con Berlusconi e Fini, Bossi convoca un’Assemblea Federale della Lega Nord a Genova, dopo i primi sei mesi di governo, per dare l’aut-aut agli alleati: stop alla vecchia politica assistenziale o la Lega farà cadere il governo. Caduto nel vuoto anche quest’ultimo avvertimento, la Lega firma una mozione di sfiducia contro il governo insieme all’opposizione, con la quale poi sosterrà un governo tecnico durante tutto il 1995. Il 12 febbraio dello stesso anno si svolge a Milanoil Congresso Federale straordinario della Lega Nord, durante il quale Bossi, radunando più di centomila militanti, dimostra al mondo politico romano che la Lega è tutt’altro che avviata verso quel declino prospettato dai sondaggi di Berlusconi. Bossi viene riconfermato Segretario all'unanimità. Il 1 aprile 1995 la Lega organizza a San Pellegrino Terme in provincia di Bergamo il primo convegno del Nucleo indipendentista capeggiato da Borghezio: comincia così la sfida aperta al centralismo ristagnante, al quale Bossi decide di sferrare un duro colpo attraverso il secessionismo. Il passo successivo è la convocazione di un’Assemblea Federale della Lega Nord a Torino il 28 maggio dello stesso anno; Bossi nel suo intervento afferma: “abbiamo bisogno di un organo deciso e democratico che coincida con un Parlamento del Nord”. Il Parlamento leghista, a partire dal 7 giugno 1995, si riunirà molte volte, prima a Bagnolo San Vito ( Mn ), poi a Chignolo  Po ( Pv ); in quelle sedute verrà organizzata l’attività secessionista della Lega Nord. Alle elezioni politiche del 1996 la Lega Nord si presenta da sola, conquistando il 10,4% dei voti e ben 87 parlamentari. Bossi tuttavia non si dimostra completamente soddisfatto, poiche' per soli sette parlamentari non riesce a diventare l’ago della bilancia fra il Polo e la sinistra.
La lezione comunque servira' a Berlusconi che, nonostante un numero di voti ottenuti superiore a quello del suo avversario Prodi, perde la battaglia nei singoli collegi elettorali a causa della mancato accordo con la Lega. Bossi decide di puntare tutto sulla secessione, radunando sul Po e a Venezia centinaia di migliaia di persone: e' il 15 settembre e si giura sulla liberta' della Padania.
venezia
l sistema romano, spaventato dall’ondata di protesta secessionista scatenata dalla Lega Nord, comincia timidamente a cedere poteri alle autonomie locali attraverso le Leggi Bassanini degli anni '97-98.
Ma alla Lega il decentramento non basta, vuole la vera autonomia, il federalismo: per ottenerlo dimostra di essere disposta a giocare la partita secessionista fino in fondo: nascono le camicie verdi, il Comitato di liberazione della Padania, il Governo padano.
La contromossa del sistema è duplice: da un lato attua un repressione intollerabile e antidemocratica, processando dirigenti e militanti della Lega per reati d’opinione introdotti nel codice penale dal regime fascista negli anni '30; dall’altro nasconde con trucchi contabili i debiti nel bilancio statale per entrare nella moneta unica europea senza rispettare i parametri di Maastricht.
Il progetto secessionista subisce una battuta d’arresto, così Bossi, che osserva come nel frattempo l’indipendentismo della Lega abbia ammorbidito molto l’atteggiamento dei partiti romani nei confronti del federalismo, comincia a guardarsi intorno per stipulare nuove alleanze. Nel 1998 il governo Prodi cade per l’uscita di Rifondazione Comunista dalla maggioranza. Il leader del PDS Massimo D’Alema, invece di cercare un accordo con la Lega per creare una nuova maggioranza federalista, attua una operazione di trasformismo parlamentare procurando alla sinistra una quota di deputati eletti con il Polo, facendosi aiutare in questa manovra da Francesco Cossiga.
Per Bossi è la prova della mancanza di volontà riformista della sinistra: cominciano le trattative segrete con Berlusconi. Il 25 luglio 1999 viene convocato a Varese un Congresso Federale straordinario della Lega Nord, che da il via libera al Segretario per la stipulazione di alleanze.
Bossi decide che è giunto di nuovo il momento di dimostrare ai partiti con i quali è in trattativa quale sia la forza d’urto della Lega Nord: il 5 dicembre porta a Roma più di centomila militanti, che manifestano contro il centralismo con un lunghissimo corteo nel centro della capitale.
A Roma, Bossi spiega ai suoi che non tratterà con i partiti romani per ottenere più o meno poltrone, ma cercherà di fargli mettere nero su bianco un impegno preciso a favore di una riforma federalista.
Bossi propone al Polo di partecipare insieme alla Lega alle elezioni regionali del 2000, in una coalizione denominata Casa delle Libertà, fondata su un patto di programma sottoscritto pubblicamente da tutti i leader.
L’accordo è fatto, ed il primo punto del programma comune prevede la “devolution”, cioè una riforma istituzionale che consiste in un massiccio trasferimento di poteri e risorse dallo Stato alle Regioni.
La coalizione di cui fa parte la Lega stravince le regionali, conquistando fra l’altro Liguria, Piemonte, Lombardia e Veneto: in queste ultime tre regioni il Carroccio ottiene la presidenza del Consiglio Regionale. Alle elezioni politiche del 2001 si ripete la vittoria della Casa delle Libertà: la Lega, riportando il 3,9% di voti, paga il prezzo della propaganda soverchiante del candidato premier Berlusconi, ma ottiene comunque 47 parlamentari.
Bossi si presenta alle trattative per la formazione del Governo deciso ad ottenere solide garanzie per il cambiamento ed un risarcimento politico per il calo elettorale subìto: gli alleati soddisfano le sue richieste, così il leader della Lega entra a far parte dell’Esecutivo come Ministro delle Riforme e della Devoluzione. Inoltre Maroni ottiene l’incarico di Ministro del Welfare (Lavoro e politiche sociali), Roberto Castelli è il nuovo Ministro della Giustizia e Roberto Calderoli diventa vice-Presidente del Senato.

Nel Governo la Lega preme per le Riforme costituzionali, in particolare per quella federalista chiamata "Devolution", che valorizza il ruolo delle Autonomie regionali con l’attribuzione di competenze esclusive in ambito Sanitario, Scolastico e di Pubblica sicurezza. L'11 marzo 2004 Umberto Bossi è ricoverato d'urgenza presso l'Ospedale del Cittiglio di Varese. E' colpito da un ictus cerebrale. La riabilitazione lo costringe a una lunga degenza ospedaliera nella vicina Svizzera e a una faticosa convalescenza che comporta un'inevitabile sospensione dell'attività politica. Nel contempo a capo del Ministero delle Riforme istituzionale viene nominato il Vicepresidente del Senato Roberto Calderoli.

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Nonostante le condizioni di salute non ottimali (la malattia ha indebolito un braccio, ha qualche difficoltà a camminare e parlare) Bossi si candida come capolista al Parlamento europeo nelle elezioni di giugno, risultando eletto nelle due Circoscrizioni padane (Nord-Est e Nord-Ovest) con circa 285.000 preferenze. Si dimette da parlamentare a Roma per la carica di eurodeputato a Bruxelles.



Il 6 Marzo del 2005 torna sulla scena politica nazionale ufficialmente dopo la malattia con un comizio presso la casa-museo del pensatore federalista lombardo Carlo Cattaneo a Castagnola di Lugano, in Canton Ticino. Alla manifestazione di Castagnola prende parte anche il Ministro dell'Economia Giulio Tremonti (uomo chiave del cosiddetto "Asse del Nord" Bossi-Berlusconi), il Ministro Roberto Calderoli, quello della Giustizia Roberto Castelli, il responsabile del Dicastero del Lavoro e Politiche sociali Roberto Maroni. Interviene anche una delegazione della Lega dei Ticinesi, movimento politico localista a ispirazione cantonale elvetico, guidato dall'imprenditore luganese Giuliano Bignasca. Il 19 giugno 2005 Bossi torna a Pontida per il tradizionale raduno e il 15 Novembre si presenterà al Senato di Roma accolto da applausi bipartisan, in occasione di uno dei passaggi istituzionali della riforma devolutiva dello stato. Nelle Elezioni europee del 2004 e in quelle Regionali del 2005 la Lega Nord recupera parte dei consensi, ricevendo prima il 5,1% e poi il 5,6% dei suffragi a livello nazionale. Nelle Elezioni politiche del 2006 la Lega conferma la sua adesione alla Casa delle Libertà, che ricandida il Cavaliere a premier, e sostiene una lista comune assieme al Movimento per l'Autonomia del siciliano Raffaele Lombardo e il Partito Sardo d'Azione. L'alleanza di Centrodestra perde la scontro col Centrosinistra per pochi punti percentuali e al Senato si sfiora addirittura il pareggio, che metterà da subito in difficoltà il Governo Prodi II. La Lega si mette all'opposizione di Prodi. Dopo le elezioni, il gruppo leghista alla Camera è formato da 23 Deputati guidati da Roberto Maroni, mentre al Senato il Capogruppo dei tredici esponenti del Carroccio è l'ex Guardasigilli lecchese Roberto Castelli.

l 25-26 Giugno 2006 si tiene il secondo Referendum costituzionale della storia repubblicana italiana sulla Devolution, al quale partecipa il 52,3% degli aventi diritto. La maggioranza dei voti risulta di parere contrario alla Riforma costituzionale, per la forte opposizione del Mezzogiorno e dell'elettorato di Centrosinistra. In Lombardia e in Veneto prevalgono invece i "Si", a dimostrazione della vocazione autonomista dell'area appartenente all'ex-Impero austroungarico. Il progetto federalista della Lega sembra subir così una battuta d'arresto.
Alle Elezioni politiche del 2008 la Lega partecipa in coalizione col Popolo della Libertà, nato dalla fusione fra Forza Italia e Alleanza Nazionale, e il Movimento per l'Autonomia, candidando ancora una volta Berlusconi a Presidente del Consiglio. Il Carroccio decide di correre solamente nelle Regioni padane: Piemonte, Lombardia, Veneto, Trentino-Sudtirolo, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Liguria, Toscana, Umbria e Marche. Al voto, la Lega ottiene un risultato di rilievo, partecipando in maniera decisiva alla vittoria del Centro-destra e ottenendo l'8,30% alla Camera e l'8,06% al Senato, con un netto balzo in avanti rispetto alle precedenti votazioni. Nel Governo Berlusconi IV entrano Umberto Bossi alle Riforme per il Federalismo, Roberto Calderoli alla Semplificazione Normativa, Roberto Maroni agli Interni e Luca Zaia all'Agricoltura. Sono sottosegretari Maurizio Balocchi alla Semplificazione Normativa, Michelino Davico agli Interni, Roberto Castelli alle Infrastrutture e Trasporti e Francesca Martini alla Salute.



Alle Europee del 2009 la Lega Nord ottiene un nuovo straordinario successo: il 10,21% nazionale. Elegge per la prima volta un Eurodeputato nella Circoscrizione Centro, ossia il Segretario nazionale della Lega Nord Toscana Claudio Morganti. In Veneto ottiene il 28,38% dei consensi, risultando il partito più votato nelle province di Treviso, Belluno, Vicenza e Verona.



Nelle Elezioni regionale del 2010 la Lega Nord si presenta nuovamente alleata del PDL in 8 delle 13 regioni al voto (Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria e Marche). In Piemonte e in Veneto riesce a imporre come Governatori Roberto Cota e Luca Zaia, mentre in Lombardia ottiene come Vicepresidente il lodigiano Andrea Gibelli. Complessivamente la Lega ottiene il 12,28% parametrato al dato nazionale, con una punta del 35,15% in Veneto, dove risultata essere il primo partito. Alle Elezioni amministrative del 2011, dopo la fuoriuscita dal Governo di Gianfranco Fini, fondatore del Movimento "Futuro e Libertà per l'Italia", la Lega decide di allearsi col PDL solo nelle grandi città del Nord, mentre nelle piccole corre da sola ovunque. Successivamente alle dimissioni di Berlusconi dell'autunno 2011, dovute agli scandali sessuali che lo riguardavano direttamente, e alle pressioni delle lobby finanziarie europee, la Lega è contraria a qualsiasi governo tecnico e chiede il ritorno alle urne. Alla nascita del Governo del banchiere euroburocrate Mario Monti il Carroccio, contrariamente agli ex-alleati del Popolo della Libertà, si colloca sin dal primo istante all'opposizione: è l'unico partito del Parlamento a votare contro la fiducia d'insediamento del tecnico.Intanto nel partito i rapporti tra Bossiani e Maroniani diventano sempre più tesi: dopo gli scontri interni al gruppo della Camera sulla richiesta di arresto per Cosentino, smentite dal capogruppo bossiano Reguzzoni, il partito vieta a Maroni di intervenire ai comizi. Maroni non ha intenzione di rispettare il divieto e la base leghista si rivolta, tant'è che Maroni viene invitato dalla stragrande maggioranza delle sezioni leghiste ad intervenire in incontri pubblico sul territorio e Bossi è costretto a ritirare il divieto. Il 5 Aprile 2012 Bossi si dimette da Segretario Federale del partito a seguito dell'inchiesta giudiziaria che ha coinvolto il tesoriere del partito Francesco Belsito, accusato d'aver dirottato denari del partito per finanziarie spese personali della famiglia del Segretario federale. Tale vicenda coinvolge alcuni esponenti del cosiddetto "Cerchio Magico", il cordone sanitario creatosi attorno a Umberto Bossi subito dopo la malattia, e a capo del quale c'è la Segretaria confederale del Sindacato padano (Sin.Pa) Rosi Mauro. La vicenda porta alle dimissioni dal Consiglio regionale lombardo del figlio di Bossi, Renzo e della complottista Rosi Mauro. Alle Elezioni amministrative 2012 la Lega partecipa da sola praticamente ovunque, rinunciando ad un'alleanza col PDL, riuscendo a imporre Flavio Tosi come borgomastro di Verona e confermando la maggior parte delle amministrazioni locali, con qualche lieve successo locali. Nei Congressi Nazionali si impongono ovunque i candidati maroniani: in Veneto Flavio Tosi batte Massimo Bitonci (anche se di misura), in Lombardia il maroniano Salvini batte il bossiano Cesarino Monti e in Romagna Gianluca Pini viene confermato segretario.



Durante il 5° Congresso Federale della Lega Nord, celebrato il 30 giugno e il 1° luglio 2012 al Mediolanum Forum di Assago, il primo dopo le dimissioni di Bossi, Roberto Maroni, candidato unico alla segreteria, viene eletto nuovo Segretario Federale della Lega Nord. Maroni innova l'assetto organizzativo nominando tre vicesegretari: il Veneto Federico Caner, con delega a costruire la Scuola di formazione del partito, il Lombardo Giacomo Stucchi, Responsabile dell'Ufficio politico e degli 11 dipartimenti e 2 consulte e la Piemontese Elena Maccanti, Coordinatrice degli Enti locali. Roberto Calderoli è Responsabile organizzativo federale del territorio.

Nel simbolo del partito ritorna la scritta Padania al posto della scritta Bossi. Il 29-30 Settembre 2012 Maroni riunisce gli "Stati Generali del Nord" al Lingotto di Torino, ai quali partecipano, oltre agli esponenti leghisti, i rappresentanti della altre forze autonomiste padane e delle associazioni di categoria, mentre prepara una grande manifestazione federale in Veneto per il 7 Ottobre dello stesso anno. In conferenza stampa, ai primi di Settembre, convoca l'annuale raduno di Pontida per domenica 7 Aprile 2013.


Alle Politiche del 2013 la Lega, nonostante le difficoltà dovute alla campagna giornalistica contraria dei media italiani, ottiene un risultato percentuale importante che le permette di superare lo sbarramento nazionale: il 4,08% alla Camera e il 4,33% al Senato. In Lombardia, dove in contemporanea si vota anche per il rinnovo del Consiglio Regionale (a seguito delle dimissioni anticipate del Governatore uscente Formigoni (PDL), la Lega ottiene un discreto successo che le permette di eleggere, in coalizione con la Lista civica Maroni Presidente, il Popolo delle Libertà e gli altri partiti del Centrodestra, quale nuovo Presidente Roberto Maroni, che si impone sul candidato del Centrosinistra Umberto Ambrosoli.

La Lega si pone immediatamente all'opposizione del Governo di coalizione con orientamento di Centrosinistra a guida Letta, attaccando duramente e ripetutamente il Ministro per l'integrazione, la congolese Cecile Kyenge, difendendo strenuamente i principi della Bossi-Fini.

Il 7 dicembre di quell'anno si tengono primarie per la Segreteria federale i cui candidati iniziati erano Umberto Bossi, Matteo Salvini, Giacomo Stucchi, Roberto Stefanazzi, Flavio Tosi, Gianluca Pini ed Erminio Boso. A raggiungere il quorum delle mille firme necessarie per la candidatura sono però solamente Bossi e Salvini, che ottengono rispettivamente il 18 e l'82% dei consensi interni.




Il vincitore delle primarie, Salvini, viene proclamato eletto dai 300 delegati durante il Congresso federale convocato il 15 dicembre al Lingotto di Torino, al quale partecipano illustri ospiti politici internazionali fra i quali Marion Maréchal-Le Pen (Front National, Francia), Geert Wilders (leader del Partito della Libertà olandese), Heinz Christian Strache (presidente della Fpö austriaca), Gerolf Annemans (Vlaams Belang, partito indipendentista fiammingo) e Viktor Zubarev (partito Russia Unita del presidente Putin) accompagnato dall'ambasciatore russo all'Onu Komov.

A seguito degli aumenti autostradali che hanno colpito la Padania, Salvini indice per l'11 gennaio un presidio leghista in 30 caselli autostradali per protestare contro gli aumenti, superando il casello di Gallarate (Va) assieme a Umberto Bossi senza pagare il pedaggio. Lo stesso giorno, si è svolta una manifestazione a sostegno dell'allora Governatore del Piemonte Roberto Cota, pochi giorni dopo la sentenza del Tar di Torino che aveva annullato, dopo ben 4 anni, l'elezione dei consiglieri eletti alle Regionale del 2010.

Nella primavera 2014 la Lega lancia la raccolta firme per cinque referendum riguardanti l'abrogazione delle leggi Merlin (Case chiuse) e Mancino (Reati di opinione) e della criminale Riforma delle pensioni Fornero, oltre all'abolizione dei concorsi pubblici per gli immigrati e delle prefetture. Il 25 giugno vengono depositate in Cassazione 3 milioni di firme raccolte a sostegno dei cinque referendum, di cui 570 mila per il solo quesito sulla legge Fornero.

Il 15 luglio il Carroccio presenta una mozione contro "le adozioni internazionali a coppie gay e le ingerenze islamiche sulla pelle dei bambini", ma viene bocciata dal governo centrale di Renzi.

Il 20 Luglio a Padova si tiene il nuovo Congresso federale straordinario per l'approvazione di alcuni aggiornamenti statutari in ambito amministrativo. E' l'occasione per celebrare la conquista, fra gli altri, del Comune di Padova, da sempre in mano alla sinistra, da parte del parlamentare veneto Massimo Bitonci, già per due volte sindaco di Cittadella (Pd).